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Pesce Rosso: Malattie protozoarie e malattie alimentari

Articolo a cura della Dott.ssa Lia Di Bartolomeo

Malattie protozoarie

I protozoi sono molto temuti dagli acquariofili poiché recano danni seri sia nella gestione dell’acquario sia per la salute dei piccoli amici.

  • Ictio

malattia causata da Ichyoftirius e Criptocarion che genera lesione epidermiche appunto detta “malattia dai punti bianchi”; il Ichyoftirius multifiliis è responsabile delle forme di acqua dolce mentre per le forme di acqua salata il responsabile sono Criptocarion irritans.
Tutti e due questi protozoi sono ciliati olotrichi cioè con un solo flagello di ciclo vitale simile. I parassiti penetrano nel derma del pesce quindi non manifestano lesioni apparenti, comunque il pesce risulta nervoso, scattante e sfrega molto spesso sul fondo dell’acquario.

Dopo qualche giorno di incubazione si manifestano i puntini bianchi o grigi sia sul corpo che sulle pinne poco più piccoli di uno spillo. Colpendo quindi il derma le lesioni che ritroveremo saranno relative alle alterazioni osmotiche, alle infezioni secondarie ed alle eventuali emorragie che possono essere valutate sul corpo dopo l’uscita del parassita maturo dal pesce. Come reazione alla penetrazione del protozoo il pesce reagisce emettendo molto più muco sul suo corpo.
Dopo circa 20 giorni dall’avvenuto contagio il parassita lascia il suo ospite per depositarsi sul fondo dell’acquario portando, dopo duplicazione, alla formazione di centinaia di “tomiti”, che nuotano in acquario.

E' questo un momento molto importante per la terapia poiché le soluzioni hanno effetto solo se il parassita è uscito del corpo del nostro piccolo amico. Sbalzi di temperatura e cattiva gestione dell’acquario favoriscono l’attecchimento dei parassiti. Anche per questo tipo di patologia è essenziale rispettare la quarantena nei nuovi arrivati.

  • Oodium

malattia causata da un protozoo dinoflagellato dal genere Oodium, secondo alcuni è un’alga unicellulare poiché presenta dei cloroplasti al suo interno. Quello di più semplice riscontro è il O. pillularis di acqua dolce e O. ocelatum nell’acqua salata. Spesso possiamo notare l’O. pillularis come un piccolo puntino chiaro, esso genera la “malattia del velluto” poiché il pesce assume un aspetto patinato specie se osservato alla luce. Risultano colpiti le branchie e spesso l’intestino. Allorché l’infestione risulti grave il pesce sembra ricoperto da velluto bianco grigio dove sono visibili bottoncini o puntini giallastri tendenti all’arancione. Poiché vengono colpite le branchie il pesce sviluppa dispnea cioè difficoltà respiratoria fino ad arrivare nelle forme peggiori allo staccamento vero e proprio della pelle che risulta porzionata ed aderente al pesce.

  • Hexamitiasi

patologia generata da protozoi del genere Hexamita e Spironucleus che risultano in realtà presenti nell’intestino dei pesci e che sviluppano la capacità di equilibrarsi all’interno dell’organismo animale senza creare danni, per divenire, soprattutto in condizioni stressanti, patologici colonizzando la cistifellea, il sangue dell’ospite e conducendolo a morte. In effetti la sintomatologia è data da enterite con diarrea mucosa e biancastra, dimagramento dovuto ad anoressia e colorazione anomala del corpo in genere scura.

Questi due tipi di flagellati infatti migrano dall’intestino attraverso il sangue in altri organi, per esempio a livello della pelle dove generano crateri dall’essudato bianco, è per questa ultima ragione che la malattia è nota come “morbo del buco”. Secondo alcuni autori tale patologia non è solo riconducibili ai protozoi, fra le concause troviamo infatti anche presenza di ipovitaminosi D e carenza di calcio e fosforo.
La terapia consiste nell’impiegare antimicoti per circa dieci giorni.

Malattie alimentari

Errori di alimentazione infatti sono causa di patologie e la più diffusa è la steatosi epatica associata spesso alla degenerazione della massa grassa addominale favorita da un regime troppo ricco di carboidrati e grassi. Anche però le carenze alimentari sono causa di malattie e giocano spesso un ruolo importante nelle occlusioni intestinali e nelle enteriti.

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